Per la Cina, invece, la fine della supremazia occidentale non è una decadenza, ma un «Rinascimento». Gli Stati Uniti, al contrario, si stanno chiudendo in una America Great Again isolata, rinunciando al dialogo e alle organizzazioni internazionali.
L’involuzione democratica
Prodi avverte anche sul rischio di una dittatura strisciante negli Stati Uniti, con operazioni contro università, cultura, magistratura, media e persino la Banca centrale, oltre all’uso della Guardia Nazionale. Un modello che secondo l’ex premier minaccia di influenzare anche l’Europa, dove governi come quello italiano «non possono mai permettersi di contraddire gli Stati Uniti».
«Il centrosinistra – ha aggiunto – dovrebbe almeno esistere. Il malcontento verso il governo cresce, ma senza opposizione l’esecutivo fa ciò che vuole e vince sempre».
L’Europa vassalla
Per Prodi, l’incontro di Washington ha mostrato plasticamente la subordinazione europea: «Non ho mai visto un vertice internazionale senza parità, con l’Europa in posizione subalterna a prendere ordini». Per invertire la rotta, sostiene, serve un salto politico europeo: non solo debito comune, come suggerisce Mario Draghi, ma soprattutto difesa comune e una vera politica estera condivisa. Senza questo, l’Europa resterà un «vassallo» delle grandi potenze.