In Toscana cala l’affluenza: un segnale politico che scuote la Schlein
Firenze, 12 ottobre 2025 – L’astensione fa tremare la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Il crollo di oltre cinque punti percentuali nella partecipazione al voto in Toscana non è solo un dato tecnico, ma un messaggio politico. Nei palazzi romani, nei circoli e perfino nei caffè di Firenze e Roma si percepisce lo stesso timore: qualcosa si sta muovendo, e non contro il candidato, ma contro la linea del partito.
Un’astensione che diventa dissenso
Molti osservatori, anche nel campo progressista, leggono questo calo come una forma di protesta silenziosa. Non contro il presidente uscente Eugenio Giani – stimato amministratore e figura moderata – ma contro una sinistra percepita come troppo ideologica e lontana dal Paese reale. “Qui non si punisce la Toscana, si punisce Roma”, confida un politologo vicino al mondo riformista.
Secondo questa lettura, l’astensione rappresenta la reazione di un elettorato deluso, che non si riconosce più in un partito “gruppettato, radicale, impegnato a parlare alle minoranze rumorose più che alla maggioranza silenziosa”. Una sinistra che sembra essersi chiusa in sé stessa, lasciando campo libero al centrodestra.
“Non è Giani che è debole, è la segreteria”
Per molti dirigenti del PD, la responsabilità è da cercare a Roma. “Giani paga la distanza tra il partito e il suo popolo”, spiega un ex ministro riformista. “Non è lui che è debole, è la segreteria nazionale che ha perso il contatto con la realtà”.
Questa frattura, che attraversa da mesi il partito, potrebbe esplodere se la Toscana dovesse sfuggire di mano. In ambienti interni, si parla apertamente di una possibile resa dei conti interna, con il rischio di dimissioni per la Schlein se la regione simbolo della sinistra dovesse cadere.
Il rischio di una “ribellione dolce”
Anche i vertici locali del PD riconoscono il pericolo di una astensione selettiva: non un semplice disinteresse, ma un gesto politico ponderato. “È una ribellione dolce, ma consapevole”, spiega un docente fiorentino vicino alle posizioni moderate. “Molti non vogliono consegnare la Toscana alla destra, ma vogliono dire basta a una deriva identitaria che isola il partito dal Paese”.
Nel centrodestra: “Non serve vincere, basta che loro si dividano”
Nel campo opposto, la strategia è chiara: mantenere il silenzio e lasciare che la sinistra si logori da sola. “Non serve vincere, basta che loro si dividano”, confida un esponente del centrodestra toscano. E in effetti, il malcontento interno al PD rischia di diventare la sua più grande vulnerabilità.
Se cade Giani, cade anche Schlein
Gli analisti sono concordi: se Giani dovesse perdere, la Toscana non sarebbe la causa, ma la conseguenza di un fallimento nazionale. Un effetto domino che potrebbe travolgere anche la leadership di Elly Schlein, aprendo la strada a un congresso anticipato. Per molti nel partito, la segretaria dovrà scegliere presto: ammettere l’errore o lasciare il campo.