Il rifiuto alla mediazione italiana
La Global Sumud Flotilla ha respinto ancora una volta le proposte di mediazione, confermando la volontà di raggiungere direttamente Gaza con i propri aiuti umanitari. “Non lasceremo gli aiuti a Cipro – hanno dichiarato gli attivisti italiani a bordo – la nostra missione è rompere l’assedio della Striscia e consegnare direttamente i materiali alla popolazione”.
L’allarme della Farnesina
In serata, il Ministero degli Esteri ha inviato un messaggio ufficiale ai cittadini italiani presenti nella Flotilla, sconsigliando di proseguire l’iniziativa. “Chi la intraprende – si legge – si assume tutti i rischi sotto la propria responsabilità”. La Farnesina ha comunque offerto assistenza a quanti decidessero di fermarsi in Grecia e rientrare in Italia o raggiungere altre destinazioni sicure.
Le parole da Israele e l’avvertimento di Crosetto
Dal governo israeliano, il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha ribadito che Israele non consentirà alle imbarcazioni di entrare in una “zona di combattimento attiva” e che ogni tentativo di violare il blocco navale sarà impedito. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso preoccupazione in Parlamento: “La Flotilla è a 450 miglia dal punto critico, l’uscita dalle acque internazionali. Da quel momento nessuno potrà garantire sicurezza e aiuto”. Neanche la fregata Fasan, già presente nell’area, potrà intervenire.
I rischi della rotta verso Gaza
Gli attivisti confermano che le oltre 50 barche proseguiranno comunque verso la Striscia, sfidando sia Israele sia gli avvertimenti delle cancellerie europee. “Non ci intimidiscono – hanno detto – mentre i governi restano in silenzio, noi agiamo”. Il maltempo in arrivo potrebbe complicare ulteriormente la navigazione, ma la determinazione dei partecipanti resta invariata.
Il precedente del 2010
Il ricordo della Freedom Flotilla del 31 maggio 2010 pesa come un monito. In quell’occasione l’intervento dell’Idf costò la vita a dieci civili. Oggi, con la tensione crescente e i continui avvisi di Tel Aviv, cresce il timore che lo scontro possa ripetersi. Intanto, le navi italiane Fasan e Alpino vigilano in zona, pronte a tutelare i cittadini italiani ma senza alcuna possibilità di entrare in acque israeliane.
Una rotta di collisione sempre più vicina
Con i tentativi di mediazione falliti e le posizioni sempre più rigide, lo scontro appare inevitabile. La domanda resta aperta: riuscirà la Flotilla a raggiungere Gaza o si consumerà un nuovo drammatico incidente sul mare?