martedì, Maggio 6

Garlasco, il furto misterioso a casa Poggi: cosa emerge dopo 18 anni

Strani movimenti la notte prima del delitto

Già nei giorni immediatamente successivi all’assassinio, alcuni vicini della casa di Gropello Cairoli avevano raccontato di movimenti sospetti attorno alla villa, proprio la notte precedente al delitto di Chiara. Le loro testimonianze, raccolte tra il 21 e il 23 agosto 2007, erano finite nei verbali ufficiali, ma vennero in pratica dimenticate, oscurate da un’indagine che puntava con decisione su Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima.

Tra i vicini ascoltati vi furono Pier Luigi Mazzini, Vincenzo Gazzaniga e Massimiliano Ferrari. Tutti e tre risiedevano nelle immediate vicinanze della villa e avevano notato dettagli anomali nelle ore serali del 12 agosto.

Vincenzo Gazzaniga fu il primo a riferire di aver visto qualcosa di strano: verso le 22:10 di quella sera, notò luci accese al piano superiore della villa della nonna, un edificio che da tempo era disabitato. Non solo: davanti al cancello della casa era parcheggiata un’auto. L’uomo non riuscì a identificarne il modello o il proprietario, ma era certo che non si trattasse di un caso. Quella macchina non era mai stata lì prima.

Anche Pier Luigi Mazzini confermò la presenza di un’automobile sospetta, descritta come piccola e di colore chiaro. La vettura, secondo quanto riferì, rimase ferma davanti all’ingresso della villa per diverse ore: dalle 21:30 fino alle due del mattino. Non ricordava con precisione se fosse l’11 o il 12 agosto, ma l’impressione era vivida. Anche lui notò le luci accese, dettaglio insolito per una casa che avrebbe dovuto essere completamente vuota.

Il terzo testimone, Massimiliano Ferrari, aggiunse un ulteriore elemento inquietante: vide chiaramente una luce filtrare da una finestra con tapparella abbassata, segno inequivocabile che all’interno della villa si trovasse qualcuno. Chi poteva essere?

Una presenza sconosciuta

Questi racconti, apparentemente marginali rispetto al caso centrale dell’omicidio di Chiara, assumono un tono diverso se osservati con attenzione. Nessuno poteva avere motivo legittimo per trovarsi in quella casa quella notte. Chiara, pur avendo le chiavi della villa, non si trovava lì. Il giorno dopo, infatti, venne ritrovata morta nella sua abitazione di Garlasco. Chi, dunque, si muoveva tra quelle stanze buie e silenziose?

Due mesi dopo, qualcuno vi tornò. L’ingresso non autorizzato del 6 ottobre appare oggi come il proseguimento di una storia che forse non è mai stata raccontata fino in fondo. Cosa cercava chi è entrato? Forse qualcosa da nascondere, o da recuperare?

Un enigma ancora irrisolto

Nel 2007, l’attenzione era tutta concentrata su Alberto Stasi, la cui posizione ha occupato per anni le cronache giudiziarie. Quelle testimonianze dei vicini, benché verbalizzate, non furono approfondite con la dovuta cura. Solo oggi, con l’emergere di ipotesi alternative e la comparsa di nuovi nomi, come quello di Andrea Sempio – un amico di Chiara citato in alcune piste investigative – quei dettagli tornano a galla.

A distanza di anni, la domanda rimane: chi si trovava davvero nella villa di Gropello Cairoli la notte prima dell’omicidio? E chi tornò, due mesi dopo, per rovistare nell’abitazione della nonna? Il furto, se così si può definire, potrebbe nascondere qualcosa di più sinistro. Un tentativo di cancellare prove? O semplicemente la coincidenza inquietante di un comune episodio di microcriminalità?

Quel che è certo è che nella vicenda di Garlasco restano ancora molte zone d’ombra. E forse, proprio partendo da episodi apparentemente secondari come questo, si potrebbe finalmente fare luce su uno dei casi più controversi della cronaca nera italiana.

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