Quattro impronte corrispondono al carabiniere Gennaro Cassese, che partecipò ai rilievi.
Una impronta fu associata a Marco Poggi, fratello della vittima Chiara
La traccia 33, invece, non fu associata inizialmente a nessuno.
l RIS di Parma, nella relazione originaria, definì l’utilità di questa impronta come “nessuna”, minimizzandone l’importanza. Ma l’analisi del 2020 ha rimesso tutto in discussione.
Il nuovo indagato: Andrea Sempio
Uno degli elementi più dirompenti delle nuove indagini riguarda Andrea Sempio, amico di Marco Poggi. Nel corso dell’inchiesta, l’impronta 33 è stata ricondotta a Sempio, portando gli inquirenti a considerarlo un nuovo possibile indagato.
Questa svolta ha aperto nuovi scenari investigativi e ha messo in discussione la validità delle conclusioni raggiunte durante il processo ad Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e precedentemente condannato per l’omicidio.
Secondo fonti investigative, la nuova consulenza tecnica del 2020 è stata condotta direttamente sulle fotografie scattate nel giorno del delitto. Le immagini sarebbero state sufficienti per stabilire una compatibilità tra la traccia palmare e l’anatomia della mano di Sempio.
Perché la traccia 33 è diventata centrale nel caso Garlasco
Il motivo per cui la traccia 33 è tornata alla ribalta è legato a una nuova lettura dei fatti. Se, come afferma l’informativa del 2020, è “logico-fattuale” che l’impronta appartenga all’assassino, e se essa è riconducibile a una persona fino ad allora mai sospettata, allora si riapre il dibattito sull’intera inchiesta.
Il fatto che la traccia non contenga sangue e che i test abbiano dato esito incerto, non basta a escluderne la rilevanza. Gli investigatori infatti evidenziano come, all’epoca, non furono fatti tutti gli approfondimenti necessari, lasciando aperti numerosi dubbi su chi fosse presente nella casa al momento del delitto.
Garlasco: un caso ancora pieno di ombre
Il caso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a essere uno dei gialli giudiziari più complessi e controversi d’Italia. Dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, le nuove indagini sollevano interrogativi importanti sulla ricostruzione dei fatti.
La riemersione della traccia 33, considerata trascurabile per anni, mette in discussione le certezze processuali e apre lo scenario a ulteriori indagini e possibili nuovi sviluppi.