E ora, con il coinvolgimento di nomi noti, come le gemelle Cappa e Andrea Sempio, e la possibilità che la verità giudiziaria venga ribaltata, il malessere si fa palpabile. Nei bar, nelle piazze, la domanda è sempre la stessa: “E se non fosse stato Stasi?”
Il sindaco Simone Molinari, che da ragazzo andava in vacanza con lo stesso Stasi, esprime vicinanza alla famiglia Poggi: “Li sento spesso, cerco di aiutarli come posso. Questa nuova ondata di attenzione mediatica riapre ferite mai rimarginate”.
Il peso della memoria, tra cronaca e psicosi
Il ritorno delle indagini ha scatenato emozioni contrastanti. C’è chi come Giuseppe Battezzato, docente in pensione, avanza teorie personali: “Potrebbe esserci stata una seconda o una terza persona quella mattina. Se Stasi fosse innocente, sarebbe un terremoto”.
All’opposto, c’è chi come Luisa Beni, presidente dell’associazione “Diversamente Noi”, vuole rompere il legame tra Garlasco e il delitto. “Non ne possiamo più. Siamo una città viva, piena di eventi. Ma continuiamo a essere ricordati solo per questo.”
Un’inchiesta con troppi nomi e troppi dubbi
Il nuovo filone investigativo sembra più ampio che mai. La cittadinanza è disorientata: “Sembra Assassinio sull’Orient Express — dice Molinari — dove alla fine sono tutti colpevoli”. In questa fase, sono stati risentiti Sempio, Stasi e Marco Poggi. Si cercano conferme, nuove tracce, e verità dimenticate.
E mentre i riflettori si accendono nuovamente su via Pascoli, il paese rimane in bilico tra due certezze che si annullano a vicenda: se Stasi è innocente, allora chi ha ucciso Chiara?