Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’attenzione degli inquirenti si è ora concentrata anche su Michele Bertani, amico stretto di Andrea Sempio e morto suicida nel 2016. Per alcuni, i due avevano rapporti stretti; per altri, si trattava di una conoscenza ormai interrotta.
Il corpo di Bertani è stato cremato, ma gli investigatori stanno valutando la possibilità di risalire comunque al suo profilo genetico per effettuare un confronto diretto con il DNA ignoto emerso dal tampone orale.
Gli altri profili genetici
Tra i cinque tamponi esaminati:
- Due contenevano il DNA dell’assistente di Ballardini, Ernesto Gabriele Ferrari.
- Due erano compatibili all’80% con lo stesso assistente.
- Uno è risultato ignoto, il più interessante per le indagini.
In caso di conferma della non appartenenza a persone già identificate, il profilo sarà confrontato con tutti i maschi che frequentavano la villetta di via Pascoli nel 2007: amici e familiari di Marco Poggi, carabinieri del RIS, personale medico e legale, e chiunque sia entrato nella casa nelle settimane precedenti al delitto.
L’ipotesi: contatto ravvicinato o lotta
Il DNA potrebbe derivare da un contatto diretto, come un tentativo di Chiara di urlare e venire tappata con la mano, o addirittura da un morso di difesa durante una colluttazione. La presenza di quel DNA nella bocca della vittima è considerata rilevante dagli inquirenti per la ricostruzione della dinamica.
Il video dell’autopsia: intervento del Garante
Parallelamente, il Garante per la privacy è intervenuto in via d’urgenza per bloccare la diffusione online delle immagini dell’autopsia. Alcuni utenti le vendevano attraverso siti privati. L’authority ha definito questa pratica un’“accanimento informativo” e una gravissima violazione della dignità della vittima e della sua famiglia. Sono in corso valutazioni per eventuali sanzioni.
L’indagine si allarga
Le nuove analisi potrebbero portare all’identificazione di un “terzo uomo”, diverso da “ignoto 2” (profilo genetico trovato su un’impronta sulla porta della cucina). Questo rafforzerebbe l’ipotesi, già al vaglio della procura, di più persone sulla scena del crimine.
Gli inquirenti stanno anche riesaminando tutti i reperti raccolti all’epoca: impronte, il tappetino con tracce ematiche, i rifiuti, e ogni altro elemento utile a far luce definitiva sull’omicidio di Chiara Poggi.