Le parole del sindaco: monitoraggio e prudenza
Il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale per rassicurare la popolazione. Nessun danno è stato riportato e non ci sono situazioni di emergenza in atto. Tuttavia, ha invitato tutti i cittadini alla prudenza e a seguire con attenzione gli aggiornamenti delle autorità. In queste ore, infatti, il territorio dei Campi Flegrei è sotto stretta osservazione da parte degli esperti, pronti a registrare ogni minima variazione.
Nel frattempo, tra le case e le strade della zona, l’atmosfera è cambiata. Le finestre rimangono socchiuse, le conversazioni si fanno più sussurrate, e la città ascolta – con orecchio teso – ciò che la terra ha da dire.
I Campi Flegrei: un vulcano che respira
Vivere nei Campi Flegrei significa convivere quotidianamente con una presenza silenziosa ma costante. Questo vasto complesso vulcanico, che si estende tra Napoli, Pozzuoli e Bacoli, è uno dei più sorvegliati al mondo. Qui, ogni piccolo movimento del suolo, ogni sussulto del terreno, viene registrato e analizzato, perché si sa: il vulcano non dorme mai davvero.
I residenti della zona conoscono bene questa realtà. Gli anziani raccontano che “qualcosa si muove sempre lì sotto”, indicando con lo sguardo le fumarole che sbuffano dalla collina della Solfatara. È una consapevolezza radicata, quella di abitare sopra una creatura viva, una forza geologica che da millenni interagisce con la vita quotidiana della popolazione locale.
Una minaccia invisibile ma costante
Quello che fa paura, oggi come ieri, non è tanto la magnitudo delle singole scosse – spesso basse e non distruttive – ma la frequenza con cui si verificano. È la sensazione che qualcosa stia crescendo sotto la superficie, accumulandosi lentamente, come una pentola a pressione che potrebbe esplodere da un momento all’altro. È questa incertezza, questo costante “non detto” geologico, che mantiene alta l’attenzione e il timore tra gli abitanti.
Le crepe sui muri che si allungano impercettibilmente, i bicchieri nelle credenze che vibrano da soli, i lampadari che oscillano senza vento: sono piccoli segnali che alimentano l’inquietudine, una memoria collettiva che non dimentica. A Napoli, ogni scossa è anche un richiamo alla storia, a un territorio che da sempre vive in equilibrio tra bellezza e pericolo.