giovedì, Settembre 19

Italia, terremoto nella notte: forte boato e tanta paura

Terremoto nelle Valli di Lanzo: una nuova scossa scuote la regione

La scossa sismica è stata percepita chiaramente dai cittadini della zona delle Valli di Lanzo, un’area montuosa situata a nord-ovest di Torino. La maggior parte dei residenti si trovava a letto al momento del terremoto e molti sono stati bruscamente svegliati dal boato che ha preceduto la scossa. Subito dopo, sui social network sono apparsi numerosi messaggi di persone che hanno raccontato la loro esperienza, descrivendo il suono udito come un “grande boato, breve ma molto intenso, simile a un’esplosione”. Queste testimonianze hanno contribuito a diffondere la notizia e a delineare l’entità dell’evento.

Dettagli del terremoto: dati e rilevazioni

Il terremoto si è verificato alle ore 4:15 di martedì 3 settembre 2024 e ha raggiunto una magnitudo di 2.6 sulla scala Richter. Secondo le rilevazioni effettuate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’epicentro del sisma è stato localizzato a circa quattro chilometri a nord dell’abitato di Coassolo Torinese, un piccolo comune situato nelle Valli di Lanzo. L’ipocentro, ossia il punto all’interno della crosta terrestre dove ha avuto origine il terremoto, è stato individuato a una profondità di sei chilometri.

I comuni più vicini all’epicentro includono

Coassolo Torinese, con circa 1.500 abitanti, e Lanzo Torinese, che con i suoi circa 5.000 abitanti è il centro abitato più grande nel raggio di dieci chilometri dall’epicentro. Lanzo Torinese, in particolare, ha avvertito distintamente la scossa, contribuendo a diffondere la notizia tra la popolazione della valle e delle aree circostanti.

Un evento sismico non isolato: precedenti recenti

Il terremoto di questa mattina rappresenta il secondo episodio sismico registrato nella zona di Coassolo Torinese nel 2024. Un altro evento sismico di entità simile si era verificato il 24 maggio dello stesso anno, creando preoccupazione tra i residenti, sebbene non avesse causato danni significativi. Questo fa parte di una serie di eventi che evidenziano l’attività sismica della regione, anche se di bassa intensità.

Nonostante il forte rumore percepito dalla popolazione, al momento non sono stati segnalati danni a persone o a edifici. L’assenza di danni significativi può essere attribuita alla bassa magnitudo del sisma e alla profondità relativamente ridotta dell’ipocentro, che pur avendo reso il terremoto più percepibile, non ha comportato rischi gravi per la sicurezza della popolazione.

La risposta delle autorità e la gestione dell’emergenza

Le autorità locali e la Protezione Civile sono immediatamente intervenute per monitorare la situazione e garantire la sicurezza dei cittadini. I funzionari hanno esortato la popolazione a mantenere la calma e a seguire le istruzioni ufficiali, nel caso in cui si verificassero ulteriori scosse. Questo tipo di comportamento è essenziale per prevenire il panico e gestire al meglio le situazioni di emergenza.

Inoltre, le squadre di tecnici sono state inviate per verificare eventuali danni strutturali negli edifici più vicini all’epicentro e per assicurarsi che non ci siano stati problemi alle infrastrutture critiche, come strade, ponti e reti elettriche. Fortunatamente, fino a questo momento, non sono state riscontrate criticità che richiedano interventi urgenti.

Il contesto sismico della regione: storia e classificazione

La Regione Piemonte, dove si trovano le Valli di Lanzo, è classificata nella zona sismica 3S, una categoria che indica una sismicità media. Questo significa che l’area è soggetta a terremoti con una certa frequenza, anche se generalmente di intensità moderata. Tuttavia, è importante ricordare che l’area alpina torinese ha una lunga storia di eventi sismici, alcuni dei quali significativi.

Negli ultimi mille anni, i terremoti registrati in questa zona non hanno mai superato una magnitudo di 5.6. Il sisma più potente mai registrato in questa regione risale al 2 aprile 1808, quando un terremoto colpì la zona tra Luserna San Giovanni e Angrogna, raggiungendo appunto una magnitudo di 5.6. Questo evento causò danni considerevoli e provocò alcuni feriti, rappresentando il picco di attività sismica della regione.

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