Astensione come strategia politica: timori per la tenuta democratica
Secondo molti analisti, l’invito all’astensione da parte di alcuni esponenti della maggioranza non è solo una mossa tattica per evitare il raggiungimento del quorum, ma riflette anche una visione della democrazia sempre più delegittimata. Invece di promuovere la partecipazione, alcuni partiti sembrano puntare a delegittimare lo strumento referendario, accusato in passato di generare “paralisi legislativa”.
Questa strategia rischia però di ritorcersi contro chi la adotta, perché alimenta un clima di sfiducia e disillusione tra i cittadini, già provati da anni di crisi economica e sociale. Il pericolo, come evidenziato da molte voci autorevoli, è che si consolidi una cultura dell’apatia civica, in cui il diritto di voto viene percepito come inutile o inefficace.
Il dibattito sulla riforma elettorale torna d’attualità
In parallelo alla polemica sull’astensione, è tornato alla ribalta anche il dibattito sulla riforma della legge elettorale. Alcuni osservatori parlano di trattative informali tra maggioranza e opposizioni, ma i leader dei principali partiti di opposizione smentiscono categoricamente.
Elly Schlein ha negato qualsiasi contatto in tal senso: “Non c’è stato alcun confronto sulla legge elettorale”, ha dichiarato. Giuseppe Conte ha confermato: “Non abbiamo ricevuto nessuna proposta. Quando ci sarà, la valuteremo nei tempi e nei modi opportuni”. Al momento, dunque, si tratta più di voci di corridoio che di un vero processo di riforma in atto.
Bonelli (AVS): “Distrazione di massa dai problemi reali”
Secondo Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, il rilancio del tema della riforma elettorale ha il sapore della distrazione di massa. A suo giudizio, si tratta di una mossa della maggioranza per evitare di affrontare i nodi reali che affliggono il Paese: la disoccupazione, i salari troppo bassi e le disuguaglianze crescenti. “Forse Giorgia Meloni teme che emergano divisioni all’interno della sua stessa coalizione”, ha dichiarato Bonelli.