Una scelta tutt’altro che semplice, considerando che da anni il capo di gabinetto è percepito come l’architetto delle strategie politiche del presidente.
L’ombra della corruzione: «Impossibile che non sapesse»
Formalmente Yermak non è indagato. Ma la sua vicinanza ai protagonisti dello scandalo alimenta dubbi pesanti. A puntare il dito è Daria Kaleniuk, direttrice dell’Anti-Corruption Action Center:
«È così influente, così inserito in ogni dossier, che è impossibile immaginare un sistema di corruzione di queste dimensioni senza che ne fosse a conoscenza».
Le rivelazioni sono aggravate dal fatto che diversi suoi ex vice — Andriy Smyrnov, Kyrylo Tymoshenko, Rostislav Shurma — sono già stati coinvolti in indagini per tangenti, riciclaggio e arricchimento illecito.
Il potere contestato: Yermak e il tentativo di limitare l’anti-corruzione
Per Politico.eu, l’operazione contro Yermak non nasce solo dallo scandalo. La critica è più profonda: il capo di gabinetto viene accusato di una gestione troppo centralizzata, troppo autoritaria. L’episodio più citato riguarda il tentativo del suo ufficio di ridurre l’autonomia delle agenzie anticorruzione ucraine, una decisione che ha provocato proteste interne e irritazione nella stessa Unione Europea.
Un comportamento che contrasta con le richieste occidentali: trasparenza, controllo, e pieno funzionamento degli organismi anticorruzione.
Giovedì il giorno decisivo: Zelensky costretto a scegliere
La resa dei conti potrebbe arrivare giovedì, quando Zelensky si riunirà con ministri e parlamentari per decidere il destino dell’uomo più potente del suo governo. Le opzioni sul tavolo sono solo due:
- Difendere Yermak, rischiando una crisi politica e l’erosione della fiducia occidentale.
- Sacrificarlo per tutelare la stabilità del Paese e preservare la credibilità dell’esecutivo.
Una decisione che avrà ripercussioni non solo sul governo, ma anche sulle relazioni internazionali, sugli aiuti militari e sull’immagine globale dell’Ucraina.
Il Paese, già provato da tre anni di guerra, entra così in una nuova fase: la crisi interna più dura dal 2022. Con un interrogativo cruciale: Zelensky potrà permettersi di perdere il suo uomo più influente?


















