sabato, Aprile 19

Spara ai ladri e sventa il furto, poi la batosta per lui: i video choc

La distanza tra casa e laboratorio: solo 300 metri

Uno degli elementi contestati a Zancan riguarda il tragitto fatto con l’arma da fuoco dal suo domicilio fino al laboratorio. Una distanza di appena 300 metri, percorsa in auto. Nonostante questo, la legge italiana considera tale azione come “porto” di arma, e non più “detenzione”.

“La legge mi permette di tenere le armi in casa e in azienda. Ma come avrei dovuto fare, secondo loro? Dire ai ladri: ‘Scusate, potete aspettare un momento che torno indietro a prendere la pistola?’”, si sfoga Roberto.

La denuncia: “Non mi sento protetto dallo Stato”

Zancan non nasconde la sua frustrazione. “Non mi sento tutelato. Lo Stato dovrebbe proteggere chi lavora, chi si difende. Invece qui succede che vieni trattato come un criminale per aver difeso te stesso e la tua azienda”.

Dieci giorni dopo l’episodio, l’uomo è stato convocato in caserma per ricevere un avviso di garanzia. “Un colpo ulteriore, dopo lo shock dell’assalto. Non riesco a capire dove sia la giustizia in tutto questo”, dice.

Il caso riaccende il dibattito sulla legittima difesa

L’episodio di Vicenza ha fatto rapidamente il giro dei media, diventando simbolo del delicato equilibrio tra autodifesa e limiti legali. In Italia, la normativa sulla legittima difesa è stata oggetto di numerose discussioni e modifiche nel corso degli anni, ma casi come quello di Zancan dimostrano quanto sia ancora controversa l’interpretazione delle situazioni reali.

La legge consente la detenzione di armi per difesa personale e per attività lavorative come quelle di un gioielliere. Tuttavia, la linea che separa la legittima difesa dal reato di porto abusivo è ancora sottile e, spesso, lascia spazio a interpretazioni discutibili.

Solidarietà dal pubblico e da altri imprenditori

Numerose persone hanno espresso la loro solidarietà a Roberto Zancan. Molti imprenditori e cittadini comuni si sono detti indignati per il trattamento riservato al gioielliere, sottolineando che è assurdo che chi difende se stesso debba poi finire sotto indagine.

Anche diversi esponenti politici sono intervenuti, chiedendo una revisione delle norme e maggiore chiarezza nei casi di autodifesa. “Non possiamo continuare a criminalizzare chi si difende da bande armate”, ha dichiarato un parlamentare in un’intervista.

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