giovedì, Maggio 22

Trump si tira indietro sull’Ucraina? “Nessun progresso, tra un mese mollo tutto”

Trump ha anche detto di fidarsi del presidente russo, convinto che “voglia davvero la pace”. Ma mentre lui parla di fiducia, i negoziati continuano a faticare. A Istanbul, dove venerdì si sono incontrati i delegati russi e ucraini, il tono di Mosca è stato duro e minaccioso.

Le richieste russe: quattro regioni oggi, sei domani?

Il capo negoziatore russo Vladimir Medinskij ha chiesto agli ucraini di cedere le regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Ma ha anche minacciato: “Se non accettate, la prossima volta parleremo di sei regioni”, includendo Kharkiv e Sumy.

In un momento drammatico, ha detto: «La Russia è pronta a combattere per sempre. Qualcuno qui perderà persone care». Secondo fonti presenti, la frase era diretta a Serhiy Kyslytska, ex ambasciatore ONU ucraino, il cui nipote è morto in guerra.

Offensiva nel Donbas: la guerra non si ferma

Nel frattempo, i soldati russi avanzano. Hanno fatto progressi di circa 10 chilometri nella zona di Pokrovsk, puntando verso Kramatorsk, capitale del Donbas ucraino non occupato. Con l’arrivo dei mesi più favorevoli per le operazioni militari, Putin potrebbe preparare una nuova offensiva su larga scala.

Il Donbas rimane l’obiettivo minimo per Mosca. L’idea: conquistare altro territorio, poi negoziare. Intanto, Trump comincia a smarcarsi. Ma se davvero “si tirerà indietro”, chi rimarrà al tavolo a cercare la pace?

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