Visintin, svolta improvvisa: cos’hanno trovato a casa sua
Cosa è stato scoperto nella casa di Sebastiano Visintin? Una svolta nelle indagini sulla morte di Liliana Resinovich?
Dopo anni di incertezze, il caso della scomparsa e della tragica morte di Liliana Resinovich, trovata senza vita il 5 gennaio 2022 a Trieste, potrebbe essere a una svolta decisiva. A distanza di oltre tre anni, gli inquirenti sembrano aver riacceso i riflettori su un elemento chiave: la figura di Sebastiano Visintin, marito della vittima, che è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati per omicidio.
Sebastiano Visintin indagato: atto dovuto o colpo di scena?
L’avvocatura che difende Sebastiano Visintin, rappresentata dai legali Alice e Paolo Bevilacqua, ha commentato pubblicamente la nuova direzione presa dalle indagini. In una nota stampa diffusa alla stampa, i legali parlano di “mutamento di ruolo” per il loro assistito, sottolineando che si tratta di un atto dovuto, probabilmente necessario per permettere ulteriori accertamenti da parte della magistratura.
La difesa esprime stupore per questo sviluppo improvviso, avvenuto così tanto tempo dopo l’apertura del fascicolo. “Francamente, stupisce che ciò avvenga dopo così tanto tempo”, spiegano i legali. E ancora: “Lo scenario probatorio è noto da tempo, e non ci è chiara la direzione che intendono prendere gli inquirenti in questa nuova fase”.
Perché Sebastiano Visintin? Le domande della difesa
I difensori di Visintin non nascondono il loro disorientamento e pongono pubblicamente una domanda che appare cruciale: perché puntare il dito proprio contro Sebastiano Visintin? E perché solo lui? La loro posizione resta quella di una completa estraneità rispetto a qualsiasi accusa legata all’omicidio. “Siamo sereni – ribadiscono – perché assolutamente estranei all’ipotesi delittuosa avanzata”. Tuttavia, attendono di leggere attentamente le motivazioni della Procura, che ha deciso di imprimere questa svolta inaspettata.
Una nuova perquisizione fa luce su elementi potenzialmente decisivi
Il vero punto di svolta potrebbe però essere rappresentato da una recente perquisizione effettuata nell’abitazione di Sebastiano Visintin. È proprio in casa sua che gli investigatori avrebbero sequestrato alcuni oggetti di particolare interesse. Stando alle prime indiscrezioni trapelate, gli inquirenti avrebbero trovato un paio di guanti, un maglione, oltre a forbici e coltelli.
Questi oggetti, apparentemente comuni, potrebbero tuttavia risultare fondamentali per ricostruire gli ultimi momenti di vita di Liliana Resinovich. Alcuni di essi, infatti, presenterebbero caratteristiche compatibili con le tracce rilevate sulla scena del ritrovamento del corpo della donna.
Il dettaglio dei reperti: guanti, maglione e strumenti da taglio
In particolare, i guanti sequestrati potrebbero essere quelli la cui impronta è stata rilevata sui sacchi neri all’interno dei quali era stato occultato il corpo di Liliana. Questa corrispondenza, se confermata da analisi scientifiche, rappresenterebbe un elemento di grande rilevanza investigativa.
Anche il maglione trovato in casa potrebbe avere una connessione diretta con il delitto: un filo compatibile con quello del tessuto sarebbe stato isolato sul corpo della vittima, suggerendo un possibile contatto fisico con l’indumento.
Infine, le forbici e i coltelli sequestrati sarebbero finiti sotto la lente d’ingrandimento degli esperti. Uno di questi strumenti, secondo gli investigatori, potrebbe essere stato utilizzato per tagliare i cordini dei sacchi neri, i famosi involucri in cui Liliana fu trovata priva di vita. Le lame potrebbero inoltre aver lasciato segni compatibili con quelli rilevati sui materiali presenti sulla scena del crimine.