Un post nel giorno della condanna
Il 17 dicembre 2014, giorno in cui Alberto Stasi venne condannato in appello bis per l’omicidio di Chiara Poggi, Andrea Sempio pubblicò su Facebook un post che oggi torna al centro delle attenzioni investigative. Si trattava di un’immagine ambigua accompagnata da una frase: «L’essenziale è invisibile per gli occhi… non dimenticare il mio segreto». Parole che riecheggiano una citazione – seppur imprecisa – dal Piccolo Principe, il libro preferito di Stasi. Una coincidenza? O un messaggio in codice?
Una scena carica di simbolismo
L’immagine in questione, già mandata in onda dalla trasmissione Quarto Grado nel 2017, ritrae una ragazza nuda dai tratti simili a Chiara Poggi, seduta mentre disegna con un pastello blu l’iconica immagine dell’elefante inghiottito dal boa. Alle sue spalle, un ragazzo biondo con occhiali – secondo molti somigliante a Stasi – scrive sulla sua pelle. Una volpe, emblema di furbizia, osserva la scena e pronuncia la frase: «Non dimenticare il mio segreto».
Un’opera apparentemente innocente, ma oggi riletta alla luce dei nuovi sviluppi giudiziari, assume una valenza più inquietante. Era solo una riflessione simbolica o un modo per comunicare qualcosa di più profondo e oscuro?
Ossessione per il caso?
Secondo il Racis dei carabinieri, che sta curando il profilo psicologico di Sempio, emergerebbe una sorta di ossessione nei confronti della vicenda.
Dai diari personali trovati nella sua abitazione e dai bigliettini gettati nel cestino – in cui scriveva frasi come «Ho fatto cose così brutte che nessuno può immaginare» – affiorano segnali di un coinvolgimento emotivo e mentale tutt’altro che superficiale.
Non solo.