Un arresto atteso da anni
È stato catturato in Svizzera, nei pressi di Zurigo, con un mandato di cattura internazionale, il 41enne romeno Flavius Savu, latitante dal 2018. L’uomo era stato condannato a cinque anni di reclusione per estorsione aggravata ai danni dell’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali, ma aveva fatto perdere le proprie tracce già durante il processo. Ora la sua cattura potrebbe aprire nuovi scenari non solo sulla vicenda dell’estorsione, ma anche sul delitto di Chiara Poggi.
L’estorsione al sacerdote e lo scandalo della Bozzola
I fatti per cui Savu e il connazionale Florin Tanasie furono condannati risalgono al 2014. I due riuscirono a ricattare don Vitali con la minaccia di diffondere video compromettenti a sfondo sessuale, ottenendo decine di migliaia di euro. L’inchiesta mise in luce un giro di ricatti a luci rosse legato al santuario della Bozzola, che da allora è rimasto al centro di ipotesi giornalistiche e giudiziarie, alcune delle quali hanno tentato di collegare quei fatti all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.
Le versioni di Savu e il memoriale del nipote
Negli ultimi mesi, Savu era tornato a far parlare di sé con dichiarazioni esplosive. Secondo quanto riportato da Il Tempo, avrebbe sostenuto che Chiara Poggi fosse stata uccisa perché a conoscenza di abusi sessuali e presunti festini che si sarebbero svolti al santuario. Una versione però controversa, visto che a maggio un presunto memoriale del nipote di Savu, diffuso da Telelombardia, parlava di prostituzione legata alla Bozzola ma senza mai citare nomi diretti come Andrea Sempio o Alberto Stasi.
Le foto scomparse e i sospetti
A rendere il quadro ancora più intricato, secondo la Provincia Pavese, ci sarebbe un album fotografico contenente immagini di Chiara Poggi e Alberto Stasi durante una gita al santuario della Bozzola. L’album, sequestrato a casa di Stasi, sarebbe poi scomparso misteriosamente, alimentando nuove ipotesi e sospetti sulla possibile connessione tra i due casi.
La promessa di collaborazione
Dopo l’arresto, il legale di Savu, l’avvocato Roberto Grittini, ha annunciato che il suo assistito acconsentirà all’estradizione e si renderà disponibile a collaborare con la Procura di Pavia. Savu, che dovrà comunque scontare la pena definitiva, intende fornire elementi anche sul caso Poggi. Resta però da chiarire se le sue dichiarazioni saranno considerate attendibili dagli inquirenti o se verranno archiviate come semplici suggestioni.
Indagini ancora aperte
Nel frattempo le nuove indagini proseguono. Mercoledì 10 settembre, a Milano, riprenderanno i lavori per l’incidente probatorio sulle impronte latenti trovate tra i rifiuti della casa Poggi. Un tassello ulteriore in una vicenda che, a 18 anni di distanza, continua a scuotere l’opinione pubblica e a riservare colpi di scena.