Greta Thunberg lascia la “Family” per la “Alma”
La partecipazione di Greta Thunberg alla Global Sumud Flotilla, la spedizione navale che mira a rompere l’assedio israeliano su Gaza, ha preso una piega inaspettata. L’attivista svedese ha annunciato il suo trasferimento dalla Family, l’imbarcazione che ospita il comitato direttivo della missione, alla nave Alma. Contestualmente, ha comunicato di rinunciare a qualsiasi ruolo organizzativo di vertice, preferendo restare «organizzatrice e partecipante».
Tensioni interne alla missione
Secondo quanto emerso dai resoconti a bordo, la scelta sarebbe legata a dissidi sulla comunicazione della missione. Per Thunberg, infatti, l’attenzione sarebbe stata eccessivamente concentrata sulle dinamiche interne della spedizione, mentre la priorità avrebbe dovuto restare Gaza e le condizioni della popolazione civile. Un contrasto di vedute che avrebbe portato a un allontanamento dalla gestione diretta della spedizione.
Un clima poco sereno
Alcuni partecipanti hanno parlato di un “clima non semplice” all’interno della Flotilla, segnata da difficoltà logistiche, attacchi subiti in precedenza e momenti di tensione tra gli equipaggi. A complicare ulteriormente la situazione, anche le restrizioni imposte alla presenza di giornalisti indipendenti a bordo, che hanno limitato le possibilità di raccontare dall’interno quanto accade realmente durante la traversata.
Le posizioni di Greta Thunberg
Thunberg ha ribadito la sua convinzione che la missione debba concentrarsi principalmente sulla crisi umanitaria a Gaza, da lei definita un “genocidio”. Per l’attivista, ogni deviazione dall’obiettivo principale rischierebbe di ridurre l’impatto della spedizione, trasformandola più in un’occasione di visibilità per i partecipanti che in un reale strumento di solidarietà.
Un percorso ancora incerto
Il futuro della sua partecipazione resta comunque aperto. Thunberg continuerà a prendere parte alle attività della Flotilla, ma il cambio di ruolo evidenzia una frattura interna alla missione. Resta da capire se la sua scelta avrà ripercussioni sugli equilibri del gruppo e sul messaggio che la spedizione intende portare nelle prossime tappe verso Gaza.