Tra le mani di Denise Albani (genetista) e Domenico Marchigiani (dattiloscopista) finiranno ora elementi che potrebbero, a distanza di quasi vent’anni, contribuire a chiarire aspetti mai completamente spiegati.
Resti della colazione, rifiuti e tamponi: altri reperti a Pavia
Nel pomeriggio della stessa giornata, i tecnici incaricati si sono recati anche all’Istituto di medicina legale di Pavia per ritirare la seconda parte dei reperti. Tra questi vi sarebbero elementi mai del tutto analizzati, come i resti della colazione di Chiara, i tamponi prelevati sul corpo e addirittura i residui di spazzatura raccolti in cucina.
Elementi che, secondo le nuove ipotesi investigative, potrebbero contenere DNA o tracce mai cercate in precedenza con tecnologie avanzate. Il caso, da sempre controverso, ha ripreso vigore con l’avvio del nuovo filone d’inchiesta che punta a riesaminare ogni dettaglio, anche alla luce delle recenti dichiarazioni forensi.
Una traccia “inspiegabile” sulla scena del crimine
La forma geometrica della misteriosa impronta – descritta da Giallo come “tre cerchi disposti a triangolo” – non è l’unico aspetto che ha lasciato perplessi gli esperti. Secondo Bacco, “è impossibile non chiedersi chi potesse trovarsi accanto al corpo della vittima, con in mano una stampella, e perché”.
L’idea che Chiara sia stata calpestata post mortem rappresenta uno sviluppo potenzialmente clamoroso: significherebbe che l’autore del gesto fosse ancora nella casa dopo il decesso, e avrebbe compiuto un’azione simbolica, non accidentale.
Una pista che, se confermata, potrebbe smentire ricostruzioni processuali precedenti e dare forza a nuove teorie investigative già emerse negli ultimi mesi, inclusa quella secondo cui nella villetta ci sarebbero state più persone al momento dell’aggressione.