È un’attesa che consuma, fatta di silenzi, notti insonni e passeggiate senza meta. La vicenda giudiziaria della cosiddetta famiglia nel bosco resta sospesa tra le aule dei tribunali e le vite quotidiane di Nathan Trevallion-Birmingham, della moglie Catherine e dei loro tre figli piccoli.
Nella giornata di giovedì Nathan ha trascorso oltre un’ora nello studio dei suoi avvocati a Chieti. All’uscita, poche parole, pronunciate con fermezza: «No comment». Dietro quel silenzio, però, pesa un’attesa che la coppia definisce senza mezzi termini «un brutto sogno».
Notti insonni e giorni sospesi
Nathan vive giorni difficili. Dorme poco, non può dare la buonanotte ai figli e passa il tempo dividendosi tra la casa nel bosco di Palmoli e gli alloggi messi a disposizione per la coppia. A raccontare il clima è Armando Carusi, l’imprenditore che ha concesso gratuitamente un’abitazione a Nathan e Catherine.
«Volevo parlare con Catherine, che è giù di tono – racconta – ma Nathan mi ha spiegato che non è autorizzato a portare il telefono nella casa famiglia». In questi giorni Nathan ha potuto vedere i figli, portando con sé anche i due cagnolini nella casetta dove dorme.
L’ordinanza e il ricorso
Il 20 novembre il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei bambini dai genitori, togliendo a Nathan e Catherine la responsabilità genitoriale. Un provvedimento che ha segnato uno spartiacque nella vicenda.
Contro quell’ordinanza è stato presentato ricorso alla Corte d’Appello dell’Aquila. Entrambi i procedimenti sono ancora pendenti e i giudici si sono riservati la decisione, lasciando la famiglia in una condizione di totale incertezza.
La speranza di un ricongiungimento prima di Natale
I legali della coppia, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, hanno depositato istanze e documentazione aggiuntiva per dimostrare che le criticità contestate dai giudici sarebbero state superate.

















