Non è esclusa una ricerca mirata tra gli amici di Sempio e di Marco Poggi, ma per ora la pista più battuta è la verifica di eventuali contaminazioni durante l’autopsia. La genetista Albani ha chiesto chiarimenti sul perché sia stata usata una garza non sterile anziché un tampone standard. Un errore che, secondo i consulenti della difesa, avrebbe potuto introdurre dna estraneo in fase di prelievo.
Il confronto tra periti: “Contaminazione o indizio chiave?”
Sull’attendibilità del reperto si accende il confronto. L’ex comandante dei Ris di Parma, Luciano Garofano, consulente della difesa di Sempio, è netto: «Non c’è un altro assassino, si tratta di una contaminazione. La garza era stata usata solo come materiale di confronto e non era sterile». La Procura, invece, considera la traccia “robusta e significativa”.
Al momento non è previsto un “metodo Yara Gambirasio”, con prelievi a tappeto, ma verifiche mirate. Intanto si procederà con nuovi campionamenti su addetti delle onoranze funebri, soccorritori e personale presente in sala autoptica.
Un rebus che, 18 anni dopo il delitto, riaccende i riflettori su uno dei casi più discussi della cronaca italiana.