Il rebus di Garlasco: test su 30 persone per comparare il Dna di “Ignoto 3”
Il caso Garlasco si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo le analisi sulla garza usata per il tampone orofaringeo di Chiara Poggi, emerge l’ipotesi di una contaminazione che ha dato origine alla traccia di Dna maschile soprannominata “Ignoto 3”. Gli esperti incaricati nell’ambito dell’incidente probatorio ordinato dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, puntano ora a capire chi possa aver trasferito quel materiale genetico.
La strategia: tamponi a 30 persone
Dopo aver escluso la corrispondenza con Alberto Stasi (condannato in via definitiva per l’omicidio) e con Andrea Sempio (nuovo indagato), il cerchio si allarga. Secondo quanto riferito, verranno analizzati i profili di circa 30 persone che, a vario titolo, potrebbero essere entrate in contatto con il corpo di Chiara: dai medici legali agli operatori delle onoranze funebri, passando per il personale presente all’autopsia e agli spostamenti del cadavere.
Obiettivo: stabilire se l’esiguità della traccia – tra 2 e 4 picogrammi, meno di una cellula – sia compatibile con una contaminazione accidentale e non con la presenza di un presunto complice sulla scena del crimine.