In una nota ufficiale, il Garante ha richiamato i media e i privati cittadini a non diffondere o rilanciare il materiale: “Chiunque entri nella disponibilità di tali immagini è invitato ad astenersi dalla loro diffusione, che – anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima – lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei familiari”.
Possibile presenza di un “terzo uomo” sulla scena del crimine
La nuova traccia genetica ha riaperto l’ipotesi che sul luogo del delitto potesse essere presente una terza persona, mai identificata. Il DNA è stato rinvenuto tramite un tampone orale eseguito durante l’autopsia, ma non era stato precedentemente analizzato. Le autorità stanno ora valutando l’autenticità del campione e la possibilità di contaminazioni.
Lo sciacallaggio digitale e la vendita delle immagini
Oltre al caso del video, è emerso un secondo fronte delicato: secondo alcune segnalazioni, sarebbe stato messo in vendita online materiale fotografico relativo all’autopsia di Chiara Poggi. Le immagini sarebbero state offerte su siti web non ufficiali, sollevando preoccupazione tra le associazioni per la tutela delle vittime e tra giuristi, che denunciano una grave lesione alla dignità della giovane e della sua famiglia.
Le indagini proseguono
Le indagini sul nuovo DNA sono in corso e si attendono ulteriori accertamenti per chiarire se la traccia sia compatibile con una contaminazione postuma o con la presenza effettiva di un altro soggetto sulla scena del crimine. Intanto, resta valida la condanna definitiva di Alberto Stasi, ma il nuovo elemento potrebbe aprire scenari ancora inesplorati sul delitto di Garlasco.
Le autorità invitano al rispetto della memoria di Chiara Poggi e al rigore nella diffusione delle notizie, per evitare ulteriori sofferenze ai familiari della vittima.